Allerta meteo, come funziona | Wired Italia

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Esistono due tipologie di rischio principali collegate all’allerta meteo: rischi meteorologici e rischi idrogeologici e idraulici. Il primo è collegato direttamente ai diversi fenomeni legati al meteo, come piogge torrenziali, nevicate eccezionali, prolungate e intense siccità, aumenti estremi o forti diminuzioni delle temperature.

Il rischio idrogeologico e idraulico è invece legato principalmente agli effetti delle piogge sul territorio. Quello idrogeologico riguarda il pericolo di frane, smottamenti rocciosi o colate di fango. Mentre quello idraulico riguarda l’incapacità dei corsi d’acqua di smaltire le piene improvvise, causando esondazioni, allagamenti e alluvioni. Nel nostro paese, a causa della peculiare conformazione geografica e dell’eccessivo consumo di suolo dovuto all’urbanizzazione, rischi idrogeologici e idraulici sono di primaria importanza.

Come funziona e chi dirama l’allerta meteo

L’ente incaricato di diramare l’allerta meteo è la Protezione civile, che si avvale di numerosi uffici di monitoraggio territoriale e satellitare per verificare costantemente le condizioni meteorologiche del paese. Le previsioni dei fenomeni meteorologici e dei loro effetti sono raccolte e condivise dalla rete dei Centri funzionale, cardine del Sistema di allertamento nazionale che mette insieme Protezione civile, regioni e province autonome.

Sulla base di queste informazioni, regioni e province autonome valutano quali situazioni di pericolo potrebbero verificarsi sul territorio, per poi trasmettere l’allerta ai sistemi locali di protezione civile. Le valutazioni confluiscono poi nel bollettino di criticità nazionale e la Protezione civile individua i livelli di allerta per poi diffondere le indicazioni necessarie nei territori interessati.

I livelli di allerta sono quattro, divisi per colore in un sistema chiamato a semaforo. Il livello di allerta verde indica una situazione stabile, dove possono verificarsi eventi di intensità ridotta, come fulmini o grandine. Il livello giallo indica criticità ordinarie facilmente affrontabili a livello locale, come brevi e controllate esondazioni, la caduta di rami. con eventi critici concentrati in aree ristrette,

Il livello arancione corrisponde invece a fenomeni di moderata intensità ma con un’ampia portata e includono anche danni ai centri abitati, agli edifici, alle attività produttive e agli argini, così come l’erosione delle sponde dei fiumi e le inondazioni. Il livello rosso indica una situazione estrema per intensità e per estensione, che necessitano un coordinamento nazionale per essere affrontata, e comprende frane di grandi dimensioni, inondazioni anche in aree lontane dai corsi d’acqua, distruzione di edifici e infrastrutture su aree ampie.

A seconda dell’intensità del pericolo, e quindi del livello di rischio, diramare dell’allerta meteo presuppone l’attivazione di una serie di procedure di contenimento e prevenzione obbligatorie come, per esempio, la predisposizione di aree di soccorso, il monitoraggio delle aree più a rischio, fino all’evacuazione delle zone abitate in cui il pericolo è troppo alto.

Le applicazioni con cui ricevere gli aggiornamenti sulle allerte meteo

Sfortunatamente non esiste un’applicazione della Protezione civile nazionale, ma esiste il sistema di allerta nazionale It-alert, che però funziona in caso di gravi pericoli senza bisogno di scaricare niente, ma si riceverà in automatico una comunicazione sul proprio cellulare. Se però si vuole essere costantemente aggiornati ci si può affidare alle applicazioni delle sedi locali della protezione civile, come allertaLom, per la Lombardia, ProtCivli, per Livorno, o LibraRisk per Cervia.



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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-11-03 13:43:32 ,

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